LINGOTTI E TESORI NASCOSTI, GIOIELLIERI NELLA BUFERA
I soldi nascosti nella parete in cartongesso, centinaia di migliaia di euro in mazzette. Collane, orecchini, bracciali e tutta una serie di ciondoli, rigorosamente in oro, addirittura suddivisi per modello. Un tesoro segreto, milionario, rivenuto dai carabinieri di Padova, celato da due gioiellieri tra il negozio del centro di Vicenza e il laboratorio clandestino nel garage di casa a Gazzo Padovano. Solo nel blitz scovati 20 kg di lingotti e pepite d’oro, pronti per il mercato, 30 kg d’argento, altri ...30 kg di preziosi ancora da fondere, 390 mila euro in contanti. Lingotti nascosti nel fondo di una cesta in plastica, lingotti avvolti in canovacci. Sei mesi di indagini partite da un’auto sospetta, di una coppia rom, segnalata in diversi furti, seguita con il GPS: dopo un colpo di andava dritti nella gioielleria di Vicenza. Come loro tante altri gruppetti, due, massimo tre persone. Gli investigatori installano le telecamere, al via le intercettazioni telefoniche e ambientali. Si registra un via vai continuo, senza precedenti: da tutto il Nord Est ad una gioielleria della periferia berica. Almeno quattro, cinque diversi accessi ogni giorno. Si presentavano alla porta sacchetto di refurtiva alla mano, pochi minuti di contrattazione, e uscivano con i contatti nascosti addosso. 65 euro al grammo, contro i 90 del prezzo di mercato. Ancora da capire dove andassero a finire quei lingotti, che sparivano nel giro di pochi giorni. Il gioielliere di Gazzo etichettava tutti i preziosi, con tanto di nome del gioielliere di Vicenza, ma ce ne sarebbero altri. Un rubinetto d’oro. Di certe ci sono le vittime, migliaia di famiglie venete, anziani, negozianti. Almeno settecento tra furti in casa, derubati di gioielli dal legame affettivo, truffe ad ultraottantenni, anche per strada, con la tecnica dell’abbraccio. La destrezza dei colpi in gioielleria. In otto sono finiti in manette, colti in flagranza.
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