12.08.2022
E’ sempre più emergenza medici di famiglia. Sono quasi 640 le zone carenti in Veneto, l’86% in più del 2019. E così, tantissimi anziani non sanno più a chi rivolgersi. Il momento più drammatico negli scorsi mesi quando ci sono stati diversi pensionamenti e non c’erano sostituzioni sufficienti. Rispetto ad altre realtà l’Ulss 7 Pedemontana ha attenuato l’emergenza grazie alle strutture integrate. Ci sono 35 zone carenti rispetto alle 27 del 2019, ma sono 11 in meno rispetto a giugno. ...La maggior parte dei posti sono coperti da supplenti. L’area scaligera presenta i numeri più importanti: 146 le zone carenti, ma nel Veneto orientale, nella Marca e nell’area berica, in questi anni, gli ambulatori vuoti sono triplicati o raddoppiati.
La regione lo sa. Ma la situazione è drammatica. Il 47% della popolazione ha, almeno, un codice di diagnosi di patologia acuta e cronica. Ma la popolazione di ben 640 zone, oramai non sa più a chi rivolgersi. Un numero più che raddoppiato rispetto il 2019. A giugno le aree carenti erano 701, oggi 639. Il sindacato dei pensionati della Cgil lancia l’allarme: nei prossimi sette anni, usciranno dal servizio, soprattutto a causa da pensionamenti, 1878 medici e ne entreranno solo 595. Non solo: non tutti – a quanto emerge – sono intenzionati a mettersi a disposizione.
E torna la richiesta di poter allora assumere come Uls i medici di base, fatta da Veneto e Campania.
TvA Notizie
1a Edizione del 12.08.2022
TG Completo
SCHIO. MAXI SEQUESTRO DI DROGA, NEI GUAI UNA FAMIGLIA Le Polizie Locali Alto Vicentino e Nord Est Vicentino, guidate dal comandante Giovanni Scarpellini, hanno portato a termine un maxi sequestro di droga. In manette un 42 enne di Schio, denunciati gli altri componenti della famiglia. La droga era nascosta anche sotto il letto di una dei figli dell'uomo, una bimba di 8 anni
SANITA’. RIVOLUZIONE AL VIA, 40 MILIONI PER LE “CASE DELLA COMUNITA’” 40 milioni di euro, a tanto ammonta lo stanziamento destinato a rivoluzionare la sanità della Pedemontana. Circa la metà, 20 milioni, serviranno per la riqualificazione dell’ospedale San Bassiano. Al via inoltre la fase di progettazione per costruire i nuovi distretti tra Bassano, Romano, Marostica, Asiago, Schio e Thiene. E a gennaio al via i primi cantieri per le future Case della Comunità
VICENZA. IL RISCHIO SISMICO PARALIZZA I COMUNI La Regione rivede la classificazione del rischio sismico e lo eleva soprattutto in provincia di Vicenza. Sono 76 i comuni che devono rivedere i propri parametri con pareri obbligatori di Genio Civile e Regione. Le pratiche, però, per mancanza di personale si accumulano e bloccano l'attività delle amministrazioni locali. Impossibile portare avanti anche una semplice rotatoria se questo iter non è concluso. All'origine c'è stata una scossa di terremoto nel Veronese, in una zona del Veneto che si considerava a rischio sismico basso se non inesistente. Un evento che ha giustamente portato la Regione a rivedere la classificazione di rischio di tutti i comuni e ad elevare la soglia di attenzione in 186 comuni del Veneto. La provincia maggiormente interessata dal cambiamento è proprio Vicenza che di comuni con rischio più alto ne conta addirittura 76, compresi tutti i centri maggiori: da Vicenza a Bassano, da Montecchio ad Arzignano e poi Schio, Thiene e via discorrendo. Questa attività prudenziale, giusta, non è stata però accompagnata da un adeguamento degli organici di Genio Civile e Regione che devono vagliare i nuovi piani messi a punto dai comuni. Si crea una strozzatura burocratica gravissima Giacomo Possamai, Capogruppo Pd Regione Veneto Inizialmente i comuni avevano contato sul silenzio assenso del Genio Civile, che invece ora sta diffidando le amministrazioni a procedere senza controllo. Il problema, però, è che se i piani di rischio sismico non sono in regola, allora i comuni non possono procedere con nessun altro lavoro, nemmeno con una semplice rotatoria e tutto si blocca Giacomo Possamai, Capogruppo Pd Regione Veneto Per uscire da questa situazione sembra esserci una sola cosa da fare: assumere personale e destinarlo a vagliare le pratiche.
BASSANO. MEDICI DI BASE, EMERGENZA SENZA FINE E’ sempre più emergenza medici di famiglia. Sono quasi 640 le zone carenti in Veneto, l’86% in più del 2019. E così, tantissimi anziani non sanno più a chi rivolgersi. Il momento più drammatico negli scorsi mesi quando ci sono stati diversi pensionamenti e non c’erano sostituzioni sufficienti. Rispetto ad altre realtà l’Ulss 7 Pedemontana ha attenuato l’emergenza grazie alle strutture integrate. Ci sono 35 zone carenti rispetto alle 27 del 2019, ma sono 11 in meno rispetto a giugno. La maggior parte dei posti sono coperti da supplenti. L’area scaligera presenta i numeri più importanti: 146 le zone carenti, ma nel Veneto orientale, nella Marca e nell’area berica, in questi anni, gli ambulatori vuoti sono triplicati o raddoppiati. La regione lo sa. Ma la situazione è drammatica. Il 47% della popolazione ha, almeno, un codice di diagnosi di patologia acuta e cronica. Ma la popolazione di ben 640 zone, oramai non sa più a chi rivolgersi. Un numero più che raddoppiato rispetto il 2019. A giugno le aree carenti erano 701, oggi 639. Il sindacato dei pensionati della Cgil lancia l’allarme: nei prossimi sette anni, usciranno dal servizio, soprattutto a causa da pensionamenti, 1878 medici e ne entreranno solo 595. Non solo: non tutti – a quanto emerge – sono intenzionati a mettersi a disposizione. E torna la richiesta di poter allora assumere come Uls i medici di base, fatta da Veneto e Campania.
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