03.11.2023
Il maltempo di queste ore mette in ginocchio nuovamente anche le spiagge venete e in particolare quella di Jesolo, con la mareggiata che in un attimo ha portato via migliaia di metri cubi di sabbia, danneggiando le infrastrutture balneari e depositando a riva materiale legnoso e di altro tipo che costringerà l'amministrazione comunale ad un esborso importante di denaro per ripulire il tutto.
I danni sono ingenti. Al momento si parla già di oltre un milione di euro ma ...la cifra, inevitabilmente, sarà da aggiornare ad emergenza conclusa. Per le spiagge del litorale l'allerta al momento dovrebbe concludersi entro la giornata di domenica. Ma già adesso, proprio da Jesolo, l'amministrazione non vuole perdere tempo. Chiesto lo stato di calamità, il sindaco lancia da subito un appello agli organi superiori.
In attesa dei fondi a Jesolo non si resta con le mani in mano. Il pericolo di altre mareggiate ma la necessità stessa di ripristinare la spiaggia impongono di rimettere in posizione la sabbia portata via dal mare. Un problema non da poco, ma di vitale importanza che andrà risolto al più presto.
TG Veneto News
2a Edizione del 03.11.2023
TG Completo
IL MALTEMPO DIVORA LA SPIAGGIA, OLTRE UN MILIONE DI EURO DI DANNI Il maltempo di queste ore mette in ginocchio nuovamente anche le spiagge venete e in particolare quella di Jesolo, con la mareggiata che in un attimo ha portato via migliaia di metri cubi di sabbia, danneggiando le infrastrutture balneari e depositando a riva materiale legnoso e di altro tipo che costringerà l'amministrazione comunale ad un esborso importante di denaro per ripulire il tutto. I danni sono ingenti. Al momento si parla già di oltre un milione di euro ma la cifra, inevitabilmente, sarà da aggiornare ad emergenza conclusa. Per le spiagge del litorale l'allerta al momento dovrebbe concludersi entro la giornata di domenica. Ma già adesso, proprio da Jesolo, l'amministrazione non vuole perdere tempo. Chiesto lo stato di calamità, il sindaco lancia da subito un appello agli organi superiori. In attesa dei fondi a Jesolo non si resta con le mani in mano. Il pericolo di altre mareggiate ma la necessità stessa di ripristinare la spiaggia impongono di rimettere in posizione la sabbia portata via dal mare. Un problema non da poco, ma di vitale importanza che andrà risolto al più presto.
PAURA LUNGO IL TAGLIAMENTO Le piogge incessanti nella notte, il vento che ha cominciato a soffiare impetuoso dalla mattina. E sul confine veneto friulano si teme il peggio. Il fiume Tagliamento cresce di ora in ora. Alle 8 del mattino arriva a 7 metri e mezzo, oltre le previsioni. I tecnici mettono in allarme: calcolano che il livello possa raggiungere i 10 metri verso mezzogiorno. Alle 11 arriva la decisione dell'Ana: si chiude il ponte. Si interrompe cosi il collegamento San Michele al Tagliamento - Latisana. Traffico bloccato tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Negli occhi della gente torna il ricordo delle due grandi alluvioni degli anni sessanta. Cresce la preoccupazione e Latisana si prepara all'eventuale evacuazione. Il sindaco avverte i cittadini di tenersi pronti e di sgomberare i piani terra. Mentre il fiume si ingrossa e la gente monitora dall'alto All'ora x, tra le 12 e le 13, sul ponte si riversa la protezione civile, il coc si trasferisce all'aperto. Il fiume ha raggiunto i 9 metri e 40. Si calcola la piena. Di qui sono passati 2800 metricubi d'acqua al secondo. Sono numeri impressionanti. Sul ponte transiterà anche il sindaco dell'area metropolitana Luigi Brugnaro, con il sindaco di San Michele. Il tempo passa, il livello del fiume si è stabilizzato. Si attende di capire - e ci vogliono un paio d'ore - se la piena è dunque passata. Il vento che soffia può fare la differenza: impedire al fiume di buttarsi in mare. Alle 15 il cessato allarme. Ma resta il monitoraggio costante. Intanto, nel trevigiano, l 'altro fiume attenzionato speciale raggiunge l'apice verso le 13. È il Piave. A Ponte di Piave sgomberate una decina di famiglie dall'area golenale. I vigneti finiscono sott'acqua.
METEO, LA TEMPESTA PERFETTA. SALVATI DALLE GRANDI OPERE 170 millimetri d’acqua caduti dal cielo in 24 ore, vento a 130 chilometri orari che sferza il territorio e il mare che non riceve a causa dello scirocco; praticamente una tempesta perfetta. Una notte quella vissuta in Veneto di ansia e massima allerta, salita rapidamente da arancione a rossa, mille i volontari e vigili del fuoco operativi sul territorio. Colpiti dal maltempo la Pedemontana, il bellunese, il Veneto orientale, fino al litorale, con frane e smottamenti in montagna, torrenti che sono esondati, evacuate a titolo precauzionale una decina di famiglie nelle golene del Piave. Dichiarato lo stato di calamità LUCA ZAIA Presidente Regione Veneto (da 2.49 stato di calamità…a…3.01 sta accadendo) Ancora troppo presto per poter fare una conta dei danni che però si stimano elevati, le piene dei fiumi, l’acqua caduta sono stati uno stress test importante per gli argini già provati dal logorio delle nutrie e dopo questo evento dovranno tutti essere radiografati. Salva Venezia dove il Mose ancora una volta ha evitato ha tenuto all’asciutto la città toccando così il suo record 30 ore in funzione per 11 giorni consecutivi. Tanta paura ma il Veneto ha tenuto non è stato un altro 2010. Fondamentali i modelli previsionali su quanto si sarebbe abbattuto sul Veneto, poi la salvezza dei bacini di laminazione: da quello di Caldogno, dove nella notte sono entrati 600mila metri cubi d’acqua, evitando che Vicenza e il suo territorio si allagassero, e ancora il bacino di Montebello, con una capacità di quasi 4 milioni metri cubi, o ancora quello del Muson dei Sassi. Un piano Marshal delle opere partito nel 2010 che prevede complessivamente 23 opere di cui 13 già pronte 10 in fase di in fase di realizzazione, investimenti per oltre due miliardi di euro. Il peggio è dunque passato e anche le scuole chiuse a titolo precauzionale in 257 comuni tornano piano piano a riaprire. L’attenzione però rimane alta perché il maltempo, nelle prossime ore tornerà a farsi vedere
ESCURSIONISTA DISPERSO, L’APPELLO DELLA MOGLIE Da oltre 48 ore non si hanno notizie del 40enne Daniele Foghin, grande appassionato ed esperto di montagna. Era uscito mercoledì per un giro in Lessinia
LA VOLONTARIA A CASA: “IO NELL’INFERNO DI GAZA” E' rientrata da Gaza Giuditta Brattini, volontaria veronese
ADIGE, LA PIENA NON FA PIU’ PAURA Situazione sotto controllo sul fronte maltempo a Verona. La piena dell'Adige raggiunta nel primo pomeriggio è stata inferiore a quella dei giorni scorsi. Idrovore al lavoro per buona parte della giornata a Verona e Ponte nuovo, continuamente attenzionato
PROSEGUONO SENZA SOSTA LE RICERCHE DI VALTER LOCATELLO Proseguono senza sosta con oltre cento uomini, droni e sommozzatori le ricerche di Valter Locatello, il vigile del fuoco di 42 anni scivolato accidentalmente nel tardo pomeriggio di ieri nel canale Rui, a Puos d'Alpago nel bellunese. Dalla serata di ieri, e per tutta la giornata odierna i volontari e gli specialisti speleo fluviali dei vigili del fuoco, i sommozzatori e gli stessi vigili del fuoco coordinati dall'unità di comando locale stanno perlustrando i tre chilometri che separano il punto dove il pompiere è caduto dal lago di santa croce, purtroppo senza esito. Il vigile del fuoco, che al momento di scivolare in acqua era fuori servizio, impegnato ad aiutare il padre nel posizionamento di alcuni sacchi di sabbia a protezione della sua abitazione, è stato visto da alcune persone 600 metri più a valle rispetto al punto in cui è stato inghiottito dalle acque. Pochi attimi, un'ultima segnalazione prima di scomparire nuovamente. Il padre di Valter Locatello dopo quanto accaduto ha peraltro avuto un malore. Le ricerche non si fermano. Mano a mano che passa il tempo si amplia anche la zona nella quale l'uomo potrebbe essere ora, e si riducono, purtroppo, le speranze di ritrovarlo in vita. Fino a che le condizioni meteo lo consentiranno, comunque, le ricerche proseguono senza sosta. Nelle scorse ore si è alzato in volo anche l'elicottero del nucleo operativo di Venezia supportato dalla costante presenza dei droni. In apprensione, oltre all'intero corpo dei vigili del fuoco, c'è tutta la comunità del bellunese, particolarmente colpita, e non solo dal maltempo, in queste ore.
NOTTE CON IL FIATO SOSPESO, I FIUMI FANNO PAURA Ponte degli Angeli. Simbolo di una notte che ha tenuto con il fiato sospeso un’intera città. Ancora una volta. Il Bacchiglione, sorvegliato speciale. Si corre in strada, si spostano le auto, si guarda a vista quel fiume che ha già ferito troppo e che ancora fa paura. La forza dell’acqua cresce improvvisamente, alle 20.50 supera i 4 metri e 40, alle 23 sfiora i cinque metri. Protezione civile e polizia locale in presidio. Si montano le paratie, si distribuiscono i sacchi di sabbia. L’allerta è massima. Colpito, ancora una volta, anche il Teatro Olimpico. L’acqua è entrata nei bagni e nel sottopalco. Il Bacchiglione non fa più paura. La pioggia ha dato tregua alla città. L’allerta è scesa. Riaprono le scuole in tutta la provincia. I parchi rimangono chiusi, in via precauzionale. Intanto i tecnici di Amcps sono al lavoro per recuperare alberi schiantati e ramaglie nel letto di corsi d’acqua. 170 millimetri d’acqua caduti dal cielo in 24 ore in Veneto, vento a 130 chilometri orari. È stata una notte di ansia e allerta in tutta la regione, tra frane, smottamenti e torrenti esondati. Il Governatore Zaia ha dichiarato lo stato di calamità…
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