17.07.2023
Come è potuta accadere la disgrazia che è costata la vita al piccolo Jordan Isaac Oduro, il bambino di due anni morto sabato pomeriggio nella piscina della villetta di via Monte Cengio a Cavazzale. Una prima risposta concreta per chiarire la dinamica degli eventi, che non hanno avuto alcun testimone, potrebbe arrivare dall'esame delle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza. Gli occhi elettronici sarebbero montati proprio per tenere sotto controllo la zona del giardino dove è stata realizzata la piscina ...e i dischi di memoria sono stati prelevati ieri dai carabinieri che il pubblico ministero Gianni Pipeschi ha incaricato delle indagini.
TG Veneto News
2a Edizione del 17.07.2023
TG Completo
LA SETTIMANA DI “CARONTE”. BLACK OUT, MALORI E RICOVERI E’ iniziata la settimana più calda dell’anno. Ospedali in allerta per malori e ricoveri. A Padova 500 accessi ai pronto soccorso. Rischio black out nelle città. Rovigo e Verona le più calde. Domani si replica con un nuovo aumento delle temperature
PROFUGHI, LA REGIONE SCOPPIA. ZAIA: “TUTTA L'AFRICA NON CI STA” In apertura torniamo ad occuparci di profughi e del dibattito aperto nella nostra regione sulle modalità di accoglienza. E mentre sindaci e prefetti cercano un accordo per le modalità con cui ospitarli, da Roncade in provincia di Treviso il governatore Zaia non le manda a dire.
BIMBO MORTO IN PISCINA, LA VERITA' NELLE IMMAGINI VIDEO Come è potuta accadere la disgrazia che è costata la vita al piccolo Jordan Isaac Oduro, il bambino di due anni morto sabato pomeriggio nella piscina della villetta di via Monte Cengio a Cavazzale. Una prima risposta concreta per chiarire la dinamica degli eventi, che non hanno avuto alcun testimone, potrebbe arrivare dall'esame delle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza. Gli occhi elettronici sarebbero montati proprio per tenere sotto controllo la zona del giardino dove è stata realizzata la piscina e i dischi di memoria sono stati prelevati ieri dai carabinieri che il pubblico ministero Gianni Pipeschi ha incaricato delle indagini.
REVISIONE SCADUTA, LA FUNIVIA SI FERMA Ci vorrà del tempo, almeno due settimane, per la riapertura della funivia che dal centro di Cortina porta sul monte Faloria. Lo ha detto all'ANSA Alessandro Menardi, presidente della società che gestisce l'impianto. "Riteniamo - spiega - che siano necessari almeno quindici giorni per trovare l'impresa che faccia i lavori, eseguire l'intervento e certificarlo; intanto prosegue il trasporto dei turisti con le navette. Dal piazzale della stazione andiamo con i pulmini sino a Rio Gere, perché questi mezzi sono più veloci e confortevoli; da lì si prosegue con i fuoristrada, sino al rifugio Faloria, a 2.000 metri. Domenica c'è stato un buon movimento; nei giorni infrasettimanali c'è meno gente". Sul disguido che ha determinato il fermo della funivia, da parte della Agenzia nazionale per la sicurezza, che opera all'interno del Mit, Menardi precisa che "le norme prevedono che si debba far scorrere le funi portanti, quelle che reggono le vetture per il trasporto delle persone. A scadenze ben determinate bisogna far scorrere le funi di qualche metro. Noi eravamo consapevoli di questo adempimento tecnico, che avremmo dovuto fare prima dell'apertura, lo scorso 23 giugno. Per quella data non siamo riusciti a trovare in tempo un'impresa che facesse l'intervento, quindi abbiamo deciso di eseguirlo in autunno, convinti che la scadenza fosse relativa all'anno solare. Invece c'è una data precisa, un po' come accade per la revisione dell'auto. Il veicolo funziona benissimo, ma le carte devono essere a posto. Ora stiamo cercando di fare più in fretta possibile - conclude Menardi - ma probabilmente ci vorrà una quindicina di giorni".
ALPINI IN PELLEGRINAGGIO, “I GRANDI ASCOLTINO LA PAROLA PACE" Il coro di Lugagnano intona Signore delle Cime. Sullo sfondo le montagne della Lessinia. È il pellegrinaggio degli Alpini a Passo Fittanze. Il vessillo di Verona, ma anche di Trento, Mantova, Asiago. All’ombra del grande pennone alto sedici metri, in corrispondenza dell’antico confine di Stato con l’Austria, in molti, troppi persero la vita. Ogni anno le penne nere rinnovano l’onore ai caduti. Di ieri, e di oggi. “Le guerre le decidono i grandi – le parole di monsignor Pompili – ma le combattono i giovani, giovanissimi. L’auspicio che oggi i grandi ascolti la parola di Pace”.
SOS MIGRANTI, SINDACI IN PREFETTURA Dopo il caos migranti, e dopo l'annullamento di un primo incontro tra sindaci e prefettura, il rappresentante del governo in provincia Salvatore Caccamo ha incontrato i primi cittadini di 5 comuni vicentini. L'obiettivo è quello di sottoscrivere un accordo di collaborazione per gestire al meglio l'accoglienza dei profughi.
CHIESTO L'ERGASTOLO PER IL FIGLIO CHE HA UCCISO I GENITORI Ergastolo con isolamento per un anno. È questa la richiesta di pena chiesta questa mattina alla Corte D'Assise di Vicenza da parte del pubblico ministero Alessandra Bloch per il 25enne Diego Gugole, reo confesso e rimasto seduto per ore in aula, che nel marzo dello scorso anno ha ucciso a colpi di pistola, nella loro abitazione di Chiampo (Vicenza), i genitori Sergio e Lorena Zanin per mettere le mani sull'eredità di famiglia. Le parti civili hanno chiesto come risarcimento 3 milioni di euro. Mercoledì la Corte si ritirerà e pronuncerà la sentenza. Il pm questa mattina nella sua lunga requisitoria corredata anche delle slide dell'orrore ha ricostruito tutta la vicenda, svelando anche alcuni particolari non ancora emersi per un massacro il cui movente era economico puntando all'eredità di famiglia. Il figlio della coppia che secondo l'accusa aveva premeditato il duplice delitto un mese prima, il giorno prima del delitto aveva provato l'arma sparando due colpi in un bosco. Una pistola che aveva cercato anche a Vicenza per settimane e pagata oltre 3 mila euro al mercato nero nel Veronese sottraendo i soldi dal conto del padre. Il 25enne aveva preparato anche un borse con vestiti di marca da recuperare dopo il delitto. A farlo crollare le telefonate e i messaggi della zia che gli chiedeva dove fossero i genitori e la sua risposta “mi dispiace” da qui la decisione di presentarsi ai carabinieri per raccontare l'orrore confessando di aver ucciso i genitori.
CONTROLLI CONTRO LE STRAGI, FERMATI 25 UBRIACHI IN AUTO Delle 1489 vittime della strada registrate in Italia lo scorso anno, 66 sono quelle che si riferiscono alla provincia di Treviso, al primo posto a livello nazionale di questa triste e poco edificante classifica. Il dato, con un'incidenza di 7,5 ogni 100mila abitanti contro il 2,5 di media nazionale, fotografa quindi una mortalità nei territori della marca superiore di tre volte rispetto alla media italiana. Tante, ancora troppe, le persone alla guida sotto l'effetto di alcool e droga o distratte costantemente dal telefono cellulare. La conferma arriva anche dal weekend appena concluso durante il quale i controlli interforze sulle strade della Marca hanno dato esiti spaventosi: 25 persone fermate e alla guida in stato di ebbrezza, cinque con il cellulare in una mano e il volante nell'altra, dieci sorpresi a guidare in maniera pericolosa e 41 automobilisti senza le cinture di sicurezza. 42 patenti ritirate, 13 carte di circolazione, 16 persone denunciate e 669 punti decurtati in tutto. Numeri sui quali riflettere, ma se guidare in maniera corretta è compito esclusivo degli automobilisti, alle istituzioni spetta il ruolo di rendere sicure le strade. La Treviso Mare, strada teatro di tante, troppe vittime specie di recente, va in questa direzione con l'inaugurazione della nuova rotatoria di Vallio, a Roncade; destinata a rivoluzionare il traffico da e verso Jesolo, sostituisce uno degli incroci più critici di tutta la viabilità della Marca. A breve si aggiungerà poco distante un autovelox, non per far cassa, ma per evitare velocità folli.
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