02.06.2023
Una grande festa popolare. Un 2 Giugno con tanta gente, e molti di loro erano giovani e giovanissimi, e tanti tricolori.
Le autorità in testa, certo, il prefetto, il questore, i comandanti delle forze armate, il neosindaco di Vicenza e poi tutti gli altri primi cittadini, ma il 77esimo anniversario della fondazione della Repubblica ha visto davvero tanta gente lungo corso Palladio e in piazza Matteotti.
I bersaglieri hanno dettato il ritmo del corteo, per primi ai gonfaloni dei comuni ...vicentini. Non c’era la bandiera della città di Vicenza, decorata di due medaglie d’oro al valor militare: assenza giustificatissima, era a Roma a sfilare lungo i fori imperiali, anzi ad aprire la celebrazione del 2 giugno nella capitale.
La cerimonia ufficiale si è aperta con l’alzabandiera e l’inno nazionale eseguito dagli allievi del conservatorio Pedrollo.
TG Veneto News
2a Edizione del 02.06.2023
TG Completo
GLI OCCHIALI DI MATTARELLA MADE IN VENETO A Pieve di Cadore, patria del distretto dell’occhialeria bellunese, al Museo dedicato ad uno dei simboli del made in Italy, dopo gli occhiali di papa Francesco sono in arrivo quelli del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
BOOM DI TURISTI, PREMIATA LA FEDELTA'DEI MARINOFF 50 anni di fedeltà, cinquanta estati a Jesolo, all'hotel Cavalieri Palace, senza saltare nemmeno una stagione estiva, neanche in tempi di pandemia. E'la storia per certi versi d'amore che lega i coniugi Klaus e Perfidia Marinoff alla località balneare del veneziano che ha voluto premiare la famiglia Marinoff, originaria di Stoccarda, per questo lungo, e mai interrotto matrimonio. Oltre a marito e moglie, a Jesolo i Marinoff sono arrivati stavolta con i figli Caroline e Patrick, e con i nipoti Maximilian, Tristan e Janick. Dal 1973 Klaus e Perfidia comunque scelgono Jesolo per le proprie vacanze e l'hanno fatto anche in un anno particolare ovvero nel 2020, subito dopo la riapertura a lockdown concluso, tanto da essere proprio loro i primi turisti tedeschi a tornare sulla spiaggia jesolana.
DUE GIUGNO ASSALTO AL MARE, ODISSEA PER ARRIVARE Ponte del due giugno odissea verso il mare. Spiagge prese d’assalto e la viabilità si trasforma in un girone dantesco per miglia di turisti in viaggio verso Chioggia e il lido di Sottomarina. Le code sulla Romea iniziano fin dal mattino presto. 9.30 si va a passo d’uomo con i navigatori che danno strade alternative che invariabilmente sono una lunga interminabile coda di macchine
“BATTAGLIA BRAMEZZA”, COINVOLTI ANCHE I MEDICI Non solo politici e amministratori. Nella “Battaglia Bramezza”, come l'ha ribattezzata lo stesso Giovanni Jannacopulos, il patron di Reteveneta e Antenna Tre indagato per minacce e stalking nei confronti dello stesso direttore generale dell'Ulss 7 Pedemontana, compaiono anche i nomi di numerosi medici, in buona parte primari del San Bassiano. Con loro l'editore scambierebbe informazioni sull'andamento della struttura sanitaria bassanese e pianificherebbe gli attacchi al dirigente durante lunghe chiacchierate telefoniche o incontri privati. Uno di questi, avvenuto nell'abitazione di un imprenditore, avrebbe visto la presenza di cinque medici e di un ex parlamentare locale, incaricato di coinvolgere gli amministratori bassanesi nello scontro con il direttore generale che, come scopo ultimo, avrebbe avuto quello di convincere il Governo regionale a rimuovere Bramezza dalla direzione dell'Ulss 7. Una battaglia, quella inizialmente rivolta al solo direttore generale, allargata poi allo stesso Presidente Zaia, colpevole a dire dell'indagato di continuare a dar fiducia al suo dirigente. «Da domani sparo contro Zaia, lo faccio morire io», le parole pronunciate dall'indagato in una conversazione con un primario. Proprio i medici vedevano nella campagna mediatica denigratoria avviata dalle emittenti televisive di Jannacopulos un ottimo strumento per riuscire a liberarsi del direttore generale che non assecondava le loro scelte prendendo decisioni a loro dire dannose per l'ospedale, come il trasferimento a Santorso del reparto di senologia.
ESPLOSIONE DI GALLIO: MORTO IL 30ENNE, CASA EVACUATA Lo scatto è quello della festa dei 30 anni, compiuti appena pochi giorni fa. Impossibile per tutti immaginare che, quello, sarebbe stato l'ultimo compleanno per Riccardo Baù, ucciso ieri dall'esplosione di un vecchio ordigno bellico scambiato banalmente per un normale tubo. Uno scoppio potentissimo che non gli ha dato scampo: il giovane è deceduto nella serata di ieri all'ospedale San Bortolo di Vicenza. Erano all'incirca le 9,45, ieri mattina, quando Riccardo stava lavorando nella casa di col Fuste di proprietà del padre: aiutava gli operai impegnati nella posa del nuovo cappotto: salito fino ad un'altezza di 6 metri ha notato un tubo sporgere all'esterno della parete della sua camera, ha preso un flessibile e l'ha tagliato. E' bastato che la lama toccasse il tubo per provocare una deflagrazione sentita a km di distanza e che ha devastato buona parte della parete: Riccardo Baù è rimasto schiacciato sotto cumuli di pietre e massi. Soccorso e condotto al San Bortolo è stato sottoposto ad un intervento chirurgico ma la gravità delle lesioni gli sono state fatali. Quello che credeva un tubo, lo si saprà solo dal sopralluogo dei vigili del fuoco, in realtà era un siluro bangalore, ordigno della prima guerra mondiale usato per farsi largo tra le trincee nemiche e in questo caso utilizzato per rinforzare le pareti di un'abitazione. Non l'unico peraltro ritrovato nella casa in fase di restauro che per questo è stata giudicata inagibile. Cinque le persone evacuate, tutti familiari di Baù, costretti a trasferirsi per almeno un mese da parenti. Riccardo Baù lavorava come addetto al controllo della qualità del latte delle malghe dell'altopiano. A Stoccareddo, dove era amato da tutti, nessuno riesce ancora a capacitarsi che sia potuto morire per una sorte così crudele.
FESTA DELLA REPUBBLICA, BAGNO DI FOLLA E DI TRICOLORI Una grande festa popolare. Un 2 Giugno con tanta gente, e molti di loro erano giovani e giovanissimi, e tanti tricolori. Le autorità in testa, certo, il prefetto, il questore, i comandanti delle forze armate, il neosindaco di Vicenza e poi tutti gli altri primi cittadini, ma il 77esimo anniversario della fondazione della Repubblica ha visto davvero tanta gente lungo corso Palladio e in piazza Matteotti. I bersaglieri hanno dettato il ritmo del corteo, per primi ai gonfaloni dei comuni vicentini. Non c’era la bandiera della città di Vicenza, decorata di due medaglie d’oro al valor militare: assenza giustificatissima, era a Roma a sfilare lungo i fori imperiali, anzi ad aprire la celebrazione del 2 giugno nella capitale. La cerimonia ufficiale si è aperta con l’alzabandiera e l’inno nazionale eseguito dagli allievi del conservatorio Pedrollo.
LA FESTA DELLA REPUBBLICA APERTA IN PIAZZA PIACE A VICENTINI E TURISTI Turisti anche dall’America e dal Sud Italia hanno apprezzato le celebrazioni aperte, senza transenne e palchi, volute in centro dal prefetto di Vicenza. Soddisfatti anche i vicentini, che si sono goduti la giornata di festa, anche attraverso il maxi schermo collegato in diretta con le celebrazioni ufficiali, concluse con la sontuosa cerimonia al teatro Olimpico.
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