16.12.2022
Un rumore improvviso e poi il crollo. Ore 10,30, un normale e trafficato venerdì mattina in centro a Padova. Il grosso pino marittimo nei pressi di un’area verde che fiancheggia strada, pista ciclabile e parcheggi crolla sulle auto: un furgoncino preso di striscio, un’utilitaria centrata in pieno e finita completamente sotto i pesanti rami. Passanti e personale delle attività commerciali della zona chiamano i soccorsi si pensa al peggio. L’autista del furgoncino scende subito dal mezzo . è illeso. L’auto ...finita sotto la pianta viene individuata dai vigili del fuoco arrivati dopo pochi minuti e i quattro passeggeri fatti uscire: qualche leggera ferita, ma lo choc per quello che poteva accadere è grande. Vengono portati in ospedale per gli accertamenti e dimessi subito dopo. Tra i soccorritori c’è chi intravede sotto ai rami una rastrelliera per biciclette, riprendono le ricerche perché il timore è che il grosso tronco possa aver travolto anche dei ciclisti. Per fortuna non sarà cosi. Tocca una ditta specializzata concludere i lavori per liberare la strada da quello che rimane del pino marittimo. La pianta secondo i primi rilievi non era malata, la causa potrebbe essere collegata alle abbondanti precipitazioni di questi giorni ed al terreno impregnato d’acqua che non è più riuscito a sorreggere il grosso albero.
TG Veneto News
2a Edizione del 16.12.2022
TG Completo
ALBERO CROLLA SULLE AUTO, QUATTRO FERITI Un rumore improvviso e poi il crollo. Ore 10,30, un normale e trafficato venerdì mattina in centro a Padova. Il grosso pino marittimo nei pressi di un’area verde che fiancheggia strada, pista ciclabile e parcheggi crolla sulle auto: un furgoncino preso di striscio, un’utilitaria centrata in pieno e finita completamente sotto i pesanti rami. Passanti e personale delle attività commerciali della zona chiamano i soccorsi si pensa al peggio. L’autista del furgoncino scende subito dal mezzo . è illeso. L’auto finita sotto la pianta viene individuata dai vigili del fuoco arrivati dopo pochi minuti e i quattro passeggeri fatti uscire: qualche leggera ferita, ma lo choc per quello che poteva accadere è grande. Vengono portati in ospedale per gli accertamenti e dimessi subito dopo. Tra i soccorritori c’è chi intravede sotto ai rami una rastrelliera per biciclette, riprendono le ricerche perché il timore è che il grosso tronco possa aver travolto anche dei ciclisti. Per fortuna non sarà cosi. Tocca una ditta specializzata concludere i lavori per liberare la strada da quello che rimane del pino marittimo. La pianta secondo i primi rilievi non era malata, la causa potrebbe essere collegata alle abbondanti precipitazioni di questi giorni ed al terreno impregnato d’acqua che non è più riuscito a sorreggere il grosso albero.
PALÙ: “LA PANDEMIA E’ FINITA” INCUBO DURATO MILLE GIORNI Venerdì 16 dicembre: il covid non è più una pandemia. Dopo 1029 giorni, dopo il lock down, il Paese diviso in fasce; dopo le morti, troppe, ma pure un vaccino scoperto in pochissimo tempo, possiamo dire che la pandemia è cessata. Era sempre un venerdì: il 21 febbraio. Alle 22,45, a Vo’, moriva il primo paziente positivo al coronavirus. Il sindaco di Vo’ euganeo e l’intero Paese, di notti tremende ne ha trascorse parecchie. Neppure la scoperta del vaccino, se pur salvifico, seppe portare la pace. Giorgio Palù, il microbiologo trevigiano, che nel dicembre del 2020 assunse la carica di presidente dell’Aifa è lui che in un quasi simbolico venerdì, oggi dichiara al Corriere della sera che il covid non è più una pandemia, ma neppure una endemia. Possiamo ora parlare di un virus che mantiene una circolazione diffusa nella popolazione di vaste aree del mondo, come quello di Dengue e l’Hiv. Non ce ne libereremo mai. Continuerà ad essere presente con picchi nella stagione invernale ma assieme agli altri virus respiratori. Fa più paura, oggi, l’influenza. La sua letalità su stima globale è ora dello 0,045% rispetto all’1-2% di quando ha esordito nel nostro Paese, mietendo fino ad oggi 183.138 vittime. Ma l’influenza, assieme ad altre infezioni respiratorie, ha un’incidenza oggi 5 volte superiore al Covid-19, colpisce 16 adulti e 56-60 bambini sotto i 5 anni ogni mille abitanti. Su 100 casi, circa la metà sono dovuti al ceppo influenzale di tipo A, il 10% a Sars Cov 2 e il 30-40% ad altri virus stagionali. Insomma, il virus starà sempre con noi. La mascherina la indosseremo nei luoghi affollati. Ma si chiude, a quanto pare, una stagione. Una fase, tremenda e storica.
NUOVI MEZZI E ATTREZZATURE IN DONO AI POMPIERI BELLUNESI Regalo sotto l’albero di Natale dalla Regione Veneto per I Vigili del Fuoco Bellunesi. Nuove dotazioni e mezzi per un valore complessivo di oltre 500 mila euro, andranno a potenziare l’attività sul campo del personale permanente e volontario
L’ADDIO A CINZIA, SIMBOLO DI UNA PIAGA SOCIALE I primi fiori che arrivano alla chiesa di santo Stefano, a San Stino di Livenza. Mentre la navata è già piena di amici e conoscenti di Cinzia Luison: in pochi hanno rinunciato al rosario. Una pioggia sottile accoglie la bara in legno chiarissimo, alleggerita da un cuore di rose bianche e rosse. Sul sagrato si aprono gli ombrelli, i parenti più stretti guadagnano l’ingresso a una celebrazione riserbata, composta e silenziosa. Loro al braccio hanno quel nastro rosso, simbolo della lotta alla violenza sulle donne. E Cinzia, 60 anni, oggi rappresenta una sofferenza universale. Intanto a San Stino, dove Cinzia abitava, come a Pramaggiore, dove Cinzia aveva il negozio, è giornata di lutto cittadino. Bandiere a mezz’asta, negozi chiusi, o con le serrande abbassate, le luci spente. La rappresentazione di un solenne cordoglio. Qualche chilometro più a est, a Pordenone, Giuseppe Pitteri, 65 anni, marito e omicida, resta in silenzio davanti al giudice. Le indagini si concentrano sul movente, probabilmente economico: l’uomo aveva un amministratore di sostegno per la gestione del denaro. Cinzia gli passava 50 euro a settimana: troppo pochi secondo quanto confidato ad un amico, mentre si lasciava sfuggire minacce pesanti nei confronti della moglie. Trovata poi in un lago di sangue, uccisa a bottigliate sulla testa, il volto sfigurato. Le figlie, Greta e Noemi, hanno affidato il loro ricordo a una lettera, letta a fine celebrazione. La mamma unico e fondamentale punto di riferimento.
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