09.09.2024
aree “calde” della città da parte degli uomini della questura di Padova. Numeri che fanno della stazione ferroviaria e l’area circostante dal cavalcavia Borgomagno porta del quartiere Arcella a piazzale Boschetti ex stazione delle corriere, ma anche via Tommaseo con le cucine popolari l’area più controllata. Un universo eterogeneo fatto di sbandati, spacciatori, senzatetto. Chi dorme all’aperto, tra le rastrelliere delle bicilette, tra le rovine delle palazzine anni ’20 dell’ex Boschetti più volte fatti evacuare ma sempre ritornati. Nel piazzale ...si bonifica e si chiudono gli accesi aperti come fossero delle lattine. Poco più in la c’è chi spaccia senza sosta. E’ come cercare di svuotare il mare con un secchio e anche l’assessore al sociale di Padova Margherita Colonello ammette. Stazione che diventa emblema di degrado e proprio perché luogo di transito diventa ideale per scambi, smerci, arrivi e quella di Padova non fa eccezione, la parola d’ordine per l’amministrazione è riqualificazione. Una lotta impari per le amministrazioni che a suon di blitz e controlli alla fine spostano il fenomeno da un luogo all’altro della città piuttosto che da una città all’altra. E così crescono i numeri: seimila persone controllate di cui 600 sono immigrati e si lotta con i mezzi della giustizia a disposizione: 232 espulsioni, 25 quelli accompagnati alla frontiera, 116 nei centri di permanenza. A questi si aggiungono i fogli di via obbligatori, le denunce per spaccio, gli allontanamenti dall’Italia. Illegalità che si mescola al sociale. In tutto questo, attacca l’assessore Colonnello serve che il governo punti i fari sulla rotta balcanica e dia più risorse al sociale
TG Veneto News
2a Edizione del 09.09.2024
TG Completo
VIAGGIO NEL GRANDE MALATO, TRA VENT’ANNI SOLO LA ROCCIA Il nostro viaggio a 3.300 metri di quota nel ghiacciaio che non ci sarà più. La Regina delle Dolomiti sta perdendo il suo mantello bianco, sette-dieci centimetri al giorno. La traversata è un misto tra stupore davanti alla meraviglia della Marmolada e consapevolezza che si sta camminando sopra un grande malato terminale. Gli restano tredici, massimo vent’anni. La cordata di docenti, assistenti e studenti universitari tra quel manto annerito, debole, sottile. Nei lunghi silenzi il rumore dell’acqua che scorre sotto gli scarponi.
UN DEGRADO SENZA FINE, SEIMILA CONTROLLI IN STAZIONE A PADOVA aree “calde” della città da parte degli uomini della questura di Padova. Numeri che fanno della stazione ferroviaria e l’area circostante dal cavalcavia Borgomagno porta del quartiere Arcella a piazzale Boschetti ex stazione delle corriere, ma anche via Tommaseo con le cucine popolari l’area più controllata. Un universo eterogeneo fatto di sbandati, spacciatori, senzatetto. Chi dorme all’aperto, tra le rastrelliere delle bicilette, tra le rovine delle palazzine anni ’20 dell’ex Boschetti più volte fatti evacuare ma sempre ritornati. Nel piazzale si bonifica e si chiudono gli accesi aperti come fossero delle lattine. Poco più in la c’è chi spaccia senza sosta. E’ come cercare di svuotare il mare con un secchio e anche l’assessore al sociale di Padova Margherita Colonello ammette. Stazione che diventa emblema di degrado e proprio perché luogo di transito diventa ideale per scambi, smerci, arrivi e quella di Padova non fa eccezione, la parola d’ordine per l’amministrazione è riqualificazione. Una lotta impari per le amministrazioni che a suon di blitz e controlli alla fine spostano il fenomeno da un luogo all’altro della città piuttosto che da una città all’altra. E così crescono i numeri: seimila persone controllate di cui 600 sono immigrati e si lotta con i mezzi della giustizia a disposizione: 232 espulsioni, 25 quelli accompagnati alla frontiera, 116 nei centri di permanenza. A questi si aggiungono i fogli di via obbligatori, le denunce per spaccio, gli allontanamenti dall’Italia. Illegalità che si mescola al sociale. In tutto questo, attacca l’assessore Colonnello serve che il governo punti i fari sulla rotta balcanica e dia più risorse al sociale
LO SPORT ESEMPIO DI VALORI E SOLIDARIETA' Non si può non partire da lei, la gialla Lancia Delta integrale, l’auto appartenuta al divin codino Roberto Baggio. L’auto sarà protagonista con il sostegno della Nazionale Piloti per la Solidarietà Onslus di una gara per la raccolta di donazioni solidali per quattro onlus: Stella di Cuori, Fondazione Città della Speranza, Fondazione Vialli e Mauro Onlus per la ricerca e lo Sport, Pupi onlus. Ma martedì saranno molti i campioni dello sport che si troveranno nella sede della Fondazione Città della speranza: da Loris Capirossi, a Kristina Ghedina, da Riccardo Patrese a Stefano Tacconi solo per citarne alcuni per “Leggende in Torre” campioni nello sport, campioni nella vita. Sportivi, atleti che si sono si distinti nelle diverse attività sportive ma anche per il loro impegno nel sociale
TROMBA D’ARIA DEVASTA IL DELTA. UN TERRORE LUNGO DIECI MINUTI I danni sono ancora una volta ingenti, la paura per l’ennesima volta da queste parti è stata tanta. Siamo in provincia di Rovigo, provincia sferzata dal forte vento e da una vera e propria tromba d’aria che domenica si è abbattuta tra Porto Tolle e in particolare nelle aree di Polesine Camerini, Scardovari e Ca’Dolfin. Alberi abbattuti, linee elettriche interrotte, aziende agricole e abitazioni pesantemente danneggiate. In un mix di paura mista a rassegnazione per un meteo che, ancora una volta, ha fatto sentire i suoi effetti con gravi danni. Qui siamo in un’azienda agricola in zona Ca’Dolfin. I grossi alberi, sradicati dal vento, solo per puro caso non si sono abbattuti sugli edifici accanto ai campi. Un quarto d’ora di paura, come oramai accade sempre più spesso, che ha danneggiato case, aziende agricole, automobili. Oltre ai danni e la paura, anche il pericolo corso da un 62enne che si è trovato in pieno mare aperto al culmine del maltempo. La sua barca, per cause ancora da chiarire, ad un certo punto ha cominciato a incamerare acqua e l’unica soluzione, essendo ben lontano da riva, è stata quella di chiamare aiuto. Immediatamente si è levato in volo l’elicottero drago 154 dei vigili del fuoco che da Venezia, con sommozzatori a bordo, ha raggiunto il punto da cui è partito l’allarme rinvenendo l’uomo già in acqua, con buona parte della barca già inabissata. Questione di secondi, un operatore si è calato con il verricello agganciando e recuperando l’uomo a bordo dell’elicottero. Il tutto con attorno vento e correnti non facili da domare. Fortunatamente però il salvataggio è riuscito. Qualche minuto di ritardo e probabilmente la tragedia sarebbe stata inevitabile.
TRASPORTI, A VERONA UNO SCIOPERO A META’ Oggi, anche a Verona, sciopero dei mezzi pubblici con disagi tutto sommato contenuti. Intanto l'azienda di trasporto ha annunciato le novità dell'orario invernale, che parte mercoledì con l'inizio dell'anno scolastico.
BOMBE D'ACQUA E TROMBE D'ARIA, I DISASTRI DI FINE ESTATE Strade trasformate in fiumi, tetti delle case scoperchiati. È una fine dell'estate all'insegna del maltempo che sta portando non pochi danni in tutta la Regione. Dalla pianura alle Alpi, dalle coste ai centri urbani. Colpita in particolare la bassa padovana, Monselice ed Este in primis, con la storia che si ripete dopo pochi mesi. Strade e case andate sott'acqua in Via Solana. Sottopassi e seminterrati allagati. Due auto, nonostante il semaforo rosso ne vietasse il transito, sono rimaste imprigionate nel sottopasso di via Valli a due passi dalla stazione. 60 gli interventi dei vigili del fuoco e della protezione civile per ripristinare la situazione e per aiutare i residenti a salvare il salvabile. Danni non solo alle abitazioni ma anche alle colture. Appezzamenti di terreno impregnati d'acqua con gli agricoltori che dopo gli acquazzoni di maggio hanno visto decimarsi ancora di più i propri raccolti. Ora è il momento della conta dei danni. Che chi qualcosa è riuscito a salvare, chi invece ha perso tutto. Problemi e criticità non solo nella bassa padovana ma anche altrove. A Salzano nel veneziano una violenta tromba d'aria ha scoperchiato il tetto di un condominio. I pannelli solari che sono volati via cadendo poi nel giardino retrostante. Attimi di paura per i residenti che hanno subito chiamato i vigili del fuoco, i quali sono intervenuti con tre mezzi e due autoscale per mettere in sicurezza il quartiere.Allarme maltempo che non ha risparmiato nemmeno la laguna. Allagamenti che si sono verificati anche al lido di Venezia, con le fognature che sono letteralmente scoppiate. Anche qui l'intervento dei vigili del fuoco e dei volontari della protezione civile è stato fondamentale per limitare i danni. E poi a Villorba, nella marca trevigiana, dove le strade, come successo a Monselice, sono diventate dei corsi d'acqua a causa delle abbondanti piogge. Alberi caduti e auto che sono rimaste bloccate per ore nel traffico. Temporali e disagi atmosferici che ormai capitano troppo spesso e su cui i cittadini chiedono di intervenire a priori per evitare ancora una volta di trovarsi in difficoltà.
LA PROVINCIA TOGLIE I VELOX SUL COSTO: “DECISIONE FOLLE” Circuito di formula Uno o moto Gp? No, è la strada del Costo che collega l’Alto Vicentino all’Altopiano di Asiago, un tratto viabilistico considerato tra i più pericolosi della provincia anche per il numero di incidenti stradali gravi che si registrano ogni anno, eppur da qualche giorno la provincia di Vicenza ha scelto di disattivare gli autovelox, una decisione che sta sollevando molte perplessità, soprattutto a Cogollo del Cengio, Comune attraversato dalla strada. Ora si chiede un confronto con la Provincia, anche per capire perché la scelta di disattivare i velox non si stata concertata. Per il primo cittadino di Cogollo, la strada del Costo non può restare senza controlli, fondamentali per contenere la velocità dei mezzi che la percorrono, spesso scambiandola per una pista da corsa.
MORTE DEL CAMPIONE REBELLIN, CHIESTI 5 ANNI PER IL CAMIONISTA Cinque anni di reclusione per aver travolto e ucciso l'ex campione di ciclismo Davide Rebellin. Questa la richiesta del pubblico ministero Hans Roderich Blattner nel corso dell'udienza che si è tenuta in tribunale a Vicenza dopo i rinvii decisi nei mesi scorsi e legati allo stato di salute del camionista tedesco Wolfgang Rieke accusato di omicidio stradale con l'aggravante della fuga. Una vicenda che si chiuderà con la sentenza prevista per il prossimo 14 ottobre. L'incidente in cui rimase vittima il ciclista di Lonigo avvenne lo scorso 30 novembre 2022 a Montebello Vicentino in una rotatoria. Rike a cui erano stati revocati gli arresti domiciliari a causa delle gravi condizioni a seguito di un ictus rimane ancora oggi ricoverato in una struttura di riabilitazione in Germania, ha spiegato il suo legale l'avvocato Andrea Nardin, e al momento non vi sono segnali di miglioramento dopo il malore dello scorso maggio. Nel corso dell'udienza sono state discusse le super perizie eseguite sull'incidente mortale di cui è stata ricostruite la sequenza esatta. Dopo la fuga dal luogo dell'incidente i carabinieri erano riusciti con la procura ad ottenere l'estradizione per il camionista. Grazie alle immagini delle telecamere gli investigatori erano riusciti a capire come Rieke dopo essere sceso dal camion si era diretto verso il corpo del vicentino che si trovava dalla parte opposta. E più volte il camionista sarebbe andato avanti e indietro dalla cabina del suo Tir per verificare quello che era accaduto guardando il corpo e i rottami della bici prima di scappare. Una volta arrivato in Germania secondo le indagini aveva cercato anche di pulire la carrozzeria per eliminare le tracce di quando avvenuto.
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