15.11.2024
La consulta tira il freno a mano sull’autonomia differenziata a boccia, o se preferite rimanda buona parte della legge Calderoli tanto cara alla Lega e al presidente del Veneto Luca Zaia. I giudici, accolgono in parte il ricorso delle quattro regioni rosse PUGLIA, SARDEGNA , CAMPANIA E TOSCANA e pur ribadendo che la riforma non è incostituzionale muove ben sette rilievi pesanti a partire dal vero cuore della legge i LEP che, dicono i togati, non possono essere fissati dal ...governo. Un terremoto, un fulmine a ciel sereno, uno scossone che nel rispetto dei diversi ruoli provoca reazioni ben diverse. Non si scompone, almeno ufficialmente il papà della legge, il ministro Roberto Calderoli assicura il percorso non si ferma, terremo conto dei rilievi. Fa addirittura meglio il governatore Zaia che arriva a dichiarare la riforma è in linea con la carta, la Lega non molla e incalza avanti con la trattativa, ma ovviamente sono le opposizioni ad avere partita facile. Il pd non usa mezzi termini dalla consulta una sconfessione totale, le altre forze d’opposizione dal movimento 5 stelle ad AVS parlano di norma demolita per non parlare dell’evidente soddisfazione dei 4 governatori ricorrenti DE LUCA, TODDE,EMILIANO E GIANI. Spetterà ora al parlamento porre rimedio ai sette elementi di incostituzionalità sollevati dalla consulta ma quel che è certo è che i tempi si allungano e pure parecchio. Per vedere l’autonomia applicata passeranno mesi, a detta dei più ottimisti in attesa di capire come evolverà l’altro fronte aperto quello del referendum. Sarà ancora necessario o lo stop della consulta ,per quanto parziale, eviterà il ricorso alla volontà popolare. Una sola certezza: sull’autonomia è calata la notte, l’alba della riforma sembra paradossalmente lontanissima.
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