09.04.2022
Crescono i prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari nel carrello con aumenti che arrivano al 8,1% per la frutta fino all’17,8% per le verdure ma nei campi e nelle stalle è crisi profonda con più di 1 azienda agricola su 10 (11%) che è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento ...dei costi di produzione. L’allarme, con numeri inappellabili, è lanciato da Coldiretti che registra pesanti ripercussioni sul consumatore finale. Anche tra i grossisti però l’umore non è dei migliori. Rincari e aumenti, inevitabilmente, toccano tutti, e ci faranno vivere una pasqua decisamente salata. Tra le problematiche che contribuiscono a far aumentare i prezzi in tutti i passaggi della filiera, c’è anche il proliferare in pochi chilometri di supermercati e più in generale di grandi strutture di vendita che mettono in seria difficoltà i piccoli negozi, impossibilitati a reggere il confronto con i prezzi della grande distribuzione. I costi aumentano. E per capire la situazione, Coldiretti ha fatto i conti in tasca alle aziende agricole costrette a far fronte a rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci. Nelle campagne si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli.
TG Agricoltura del 09.04.2022 TG Completo
CINGHIALI NEI CAMPI, COLTURE DEVASTATE E DANNI INGENTI A pochi giorni dall’inizio della stagione delle semine si contano già in molte zone del nord italia, gravi danni alle coltivazioni ad opera dei cinghiali. Gli ungulati, come già accaduto in passato, sono tornati nella bassa padovana devastando 50 ettari di mais nella zona delle Vallette. Una serie di incursioni notturne in una decina di aziende agricole che si sono ritrovati il lavoro appena ultimato completamente andato in fumo. Secondo gli stessi imprenditori, sarebbero oltre una sessantina i cinghiali in razzia in ogni singolo appezzamento e la cosa fa quindi pensare che ci siano centinaia di cinghiali nel raggio di pochi chilometri, con gli esemplari che si sarebbero dunque moltiplicati rispetto all’anno scorso. Questo apre le porte ad un dilemma molto attuale. Alcuni agricoltori infatti stanno pensando di non procedere con nuove semine, rinunciando ai propri raccolti per paura di ritrovarsi nuovamente da capo al prossimo passaggio dei cinghiali. Il problema è che avendo lavorato il terreno specificatamente per il mais, in questo momento su quelle aree non possono essere coltivate altre tipologie di piante o cereali. Da contare quindi, non ci sono solo i danni conseguenti alle razzie dei cinghiali ma anche le perdite che potrebbero essere pesantissime vanificando il lavoro di un’intera annata. Gli agricoltori della bassa padovana, sostenuti dai rappresentanti locali di confagricoltura, chiedono interventi risoluti e definitivi da parte delle istituzioni. Quanto fatto fino ad ora, visti i risultati, pare non bastare.
LE CITTA' MURATE DELLA PROVINCIA DI PADOVA ACCOLGONO LE BONTA' DEL TERRITORIO Da Cittadella, ad Abano Terme, passando per Este e Montagnana. Sono tanti gli eventi che tornano in presenza e che con la fine dello stato d’emergenza popolano le piazze e i centri storici delle città murate del Veneto. Formaggio in villa ha riacceso le vie di Cittadella portando centinaia di proposte all’assaggio, per un settore, quello della produzione di prodotti lattiero caseari in forte difficoltà a causa dei rincari e del latte pagato troppo poco, e a prezzi inferiori rispetto al costo di produzione. Le istituzioni sono al lavoro, i consumatori possono aiutare scegliendo prodotti di qualità come quelli in mostra a Cittadella. Proprio qui i prodotti della terra sono protagonisti domenica 10 aprile mentre a Montagnana le eccellenze dell’agricoltura patavina saranno in piazza il prossimo primo maggio. Il tutto nell’ambito dell’iniziativa sapori di primavera.
L’ITALIA CHIEDE GRANO E CEREALI. SOLUZIONI PULITE DAL DELTA DEL PO Anche in Veneto c’è preoccupazione per la carenza di grano e più in generale di cereali. La guerra in Ucraina e le importazioni ridotte nel nostro paese rispetto al passato costringono l’Italia a diventare sempre più autosufficiente. Oltre a produrli però, i cereali vanno anche salvaguardati dalle malattie e su questo fronte, nei mesi scorsi, tutto il Delta del Po ha lavorato attuando un progetto che grazie ad un app specifica consente di monitorare in tempo le principali malattie fungine del grano tenero, consentendo di eseguire trattamenti fitosanitari mirati e ridotti. Un prodotto quindi sano perché privo di malattie e trattato in maniera adeguata, non eccessiva. Dopo due anni di sperimentazione è stato messo a punto un modello integrato che consente quindi agli agricoltori di ottimizzare i trattamenti, con risparmio maggiore e meno sprechi, e al tempo stesso di ridurre i residui dei dei trattamenti presenti nelle attrezzature da diserbo, botti e altro, utilizzate per proteggere i cereali dalle malattie. Lavaggi che permettono di disperdere poi in ambiente un’acqua di lavaggio il più possibile pulita. Tecnologie e sistemi innovativi apprezzati direttamente sul campo dagli stessi imprenditori agricoli.
SICCITA’ E COSTI ELEVATI GLI AGRICOLTORI IN SIT-IN Mondo agricolo in difficoltà tra siccità e costi delle materie prime alle stelle. Servono misure per sostenere il settore e così gli agricoltori della Cia sono scesi in sit-in a Venezia e in altre provincie del Veneto. Consegnato ai prefetti un documento con le richieste da far pervenire a Roma
RINCARI IN OGNI COMPARTO. AGRICOLTURA IN SOFFERENZA, GRIDO D'ALLARME VERSO LE ISTITUZIONI Crescono i prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari nel carrello con aumenti che arrivano al 8,1% per la frutta fino all’17,8% per le verdure ma nei campi e nelle stalle è crisi profonda con più di 1 azienda agricola su 10 (11%) che è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione. L’allarme, con numeri inappellabili, è lanciato da Coldiretti che registra pesanti ripercussioni sul consumatore finale. Anche tra i grossisti però l’umore non è dei migliori. Rincari e aumenti, inevitabilmente, toccano tutti, e ci faranno vivere una pasqua decisamente salata. Tra le problematiche che contribuiscono a far aumentare i prezzi in tutti i passaggi della filiera, c’è anche il proliferare in pochi chilometri di supermercati e più in generale di grandi strutture di vendita che mettono in seria difficoltà i piccoli negozi, impossibilitati a reggere il confronto con i prezzi della grande distribuzione. I costi aumentano. E per capire la situazione, Coldiretti ha fatto i conti in tasca alle aziende agricole costrette a far fronte a rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci. Nelle campagne si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli.
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