27.02.2024
Il diciassettenne reo confesso dell'omicidio di Bledar Dedija, il 39enne ucciso con oltre 15 coltellate in un boschetto di Paderno del Grappa, non sarebbe stato l'unico uomo nella vita dell'albanese. Quello del giovane, che anche ieri, davanti al giudice per l'udienza preliminare, ha ammesso le proprie responsabilità, non è infatti l'unico contatto riscontrato dagli inquirenti nel telefonino della vittima. Il 39enne da quanto ricostruito finora, per diverso tempo avrebbe intrattenuto rapporti con diversi uomini e alcuni, come l'assassino, potrebbero ...essere proprio dei ragazzini. Qualcuno, peraltro, sarebbe già stato ascoltato dai carabinieri. Resta infatti ancora da comprendere il movente di un delitto che stando alle accuse rivolte al diciassettenne sarebbe stato premeditato, come dimostrerebbe il coltello da cucina con cui è presentato all'incontro con la vittima.
L'arma del delitto, stando alle ricostruzioni fatte finora sarebbe stata abbandonata dopo l'omicidio, come le chiavi dell'auto ed alcuni indumenti sporchi di sangue che il giovane indossava quel sabato pomeriggio. Nulla di tutto ciò, però, finora è stato ancora ritrovato. Sotto sequestro è finita invece l'auto sulla quale il minorenne è salito dopo aver lasciato via dei Colli. Facendo l'autostop si è fatto accompagnare fino alla fermata dell'autobus con cui poi ha raggiunto l'ospedale per farsi medicare una mano ferita nella colluttazione. La ricostruzione, poi confermata in sede di interrogatorio, è stata effettuata dagli inquirenti grazie alle telecamere di videosorveglianza del paese dopo che a condurli fino al giovane erano stati gli indizi trovati sul telefonino di Bledar Dedjia. Indizi che ora sperano possano arrivare anche dal cellulare del diciassettenne posto sotto sequestro.
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