29.11.2023
Omicidio colposo. È questa l'accusa di cui dovrà rispondere il neochirurgo padovano accusato della morte di Silvia Tecchio, 42enne originaria di Cittadella, deceduta lo scorso 15 novembre, a cinque giorni da un trattamento medico che potrebbe esserle risultato fatale.
La donna, residente a Piazzola sul Brenta, nelle scorse settimane era stata sottoposta ad alcune infiltrazioni di ozono per curare un’ernia del disco in una clinica privata. Immediatamente dopo il trattamento, la 42enne aveva iniziato ad avvertire un malore tanto ...che al suo arrivo in Pronto soccorso la donna era già in uno stato comatoso. Dopo aver lottato cinque giorni in rianimazione, lo scorso 15 novembre, Silvia Tecchio è deceduta.
Ieri il dottor Antonello Cirnelli, su incarico della Procura di Padova, ha eseguito l’autopsia sulla donna, che dovrà dunque fare luce su quanto accaduto.
Secondo l'accusa, infatti, il decesso sarebbe da attribuire ad una sacca d’aria che avrebbe raggiunto il cervello, come emerso anche dalla tac effettuata dopo l'ingresso della 42enne in ospedale. L'ipotesi, dunque, è che durante la seduta di ozonoterapia, il neurochirurgo abbia perforato il midollo della donna, provocando un'infiltrazione d'aria poi risultata fatale. L'autopsia dovrà confermare o smentire questa tesi ma anche verificare se la donna soffrisse di altre patologie o se presentasse un quadro clinico tale da averne accelerato o causato il decesso.
Bassano Notizie del 29.11.2023 TG Completo
BASSANO. PIU' DI 60 SINDACI CONTRO VICENZA: "SUL TRIBUNALE SOLO CAMPANILISMO" Correzioni e aggiustamenti alla mozione votata in consiglio comunale a Vicenza non bastano a placare l’ira dei sindaci del Bassanese e non solo. Elena Pavan lo mette nero su bianco anche a nome degli oltre sessanta colleghi coinvolti nel progetto e del comitato per il nuovo tribunale: «Il risultato finale - dice - è un’espressione di contrarietà che non ha senso, se non in ottica di campanile». Secondo il fronte pedemontano l’impegno assunto dal primo cittadino del capoluogo è stato disatteso, anche se Giacomo Possamai afferma di aver fatto la sua parte. Dal Brenta al Bacchiglione viaggiano però accuse pesantissime: per Elena Pavan e tutti i sindaci pedemontani al suo fianco, «emerge ancora una volta l’incapacità della politica vicentina di cogliere le esigenze del territorio, considerandolo un mero bacino elettorale».
SANTORSO. OPERAI BLOCCATI SU UNA PIATTAFORMA A 20 METRI D’ALTEZZA Intervento dei vigili del fuoco questa mattina all'ospedale di Santorso per soccorrere due operai rimasti bloccati all'interno del cestello di una piattaforma aerea ad un'altezza di oltre 20 metri. Grazie ad alcune manovre di emergenza i due operai sono stati fatti scendere su un terrazzo otto metri più in basso e poi raggiunti qui dai pompieri, che li hanno portati in salvo a terra. BASSANO. PAURA PER IL FUMO DAL BAR MA ERA UN FALSO ALLARME Attimi di paura e trambusto, poco prima delle 10, alle porte di Bassano. Alcuni residenti hanno visto uscire del fumo dal Bar Mirò 2.0 di via Motton, chiuso in quel momento a causa di un black-out elettrico. A San Vito sono accorsi pompieri, carabinieri e vigili. Nessun incendio, però: era un falso allarme, dovuto a un’attivazione accidentale dell’antifurto nebbiogeno installato nel locale. CASSOLA. FURTI IN VILLA, LADRO SERIALE ARRESTATO DALLA POLIZIA Dava l’assalto alle villette adibite a casa vacanza per i turisti: una serie di furti compiuti nel 2015 in provincia di Palermo, costati a un cittadino algerino la condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione. L’uomo è stato rintracciato e arrestato dagli agenti del Commissariato di Polizia a Cassola, a casa del fratello che lo ospitava da qualche mese. Nei suoi confronti il questore Dario Sallustio ha già avviato anche le procedure per il rimpatrio.
BASSANO. MILLE PICCOLI SCIENZIATI NEL LABORATORIO DEL FUTURO Oltre mille ragazzi dai 6 ai 13 anni, divisi in sei laboratori. Sono i numeri di Vicenza Making Future 2023 nella sua tappa a Bassano. Sei i laboratori sviluppati da Pleiadi per avvicinare i bambini a meccanica, biologia, chimica, elettronica, sperimentando ad esempio la realtà aumentata e la robotica. Imparare divertendosi, questo l’obiettivo della due giorni bassanese. Stimolare la curiosità con dei laboratori scientifici. I bambini sono entusiasti di giocare con la scienza e curiosi di scoprire cose nuove, a cui si aggiunge l’obiettivo del superamento delle differenze di genere.
PIAZZOLA SUL BRENTA. 42ENNE MORTA DOPO L'OZONOTERAPIA, MEDICO INDAGATO Omicidio colposo. È questa l'accusa di cui dovrà rispondere il neochirurgo padovano accusato della morte di Silvia Tecchio, 42enne originaria di Cittadella, deceduta lo scorso 15 novembre, a cinque giorni da un trattamento medico che potrebbe esserle risultato fatale. La donna, residente a Piazzola sul Brenta, nelle scorse settimane era stata sottoposta ad alcune infiltrazioni di ozono per curare un’ernia del disco in una clinica privata. Immediatamente dopo il trattamento, la 42enne aveva iniziato ad avvertire un malore tanto che al suo arrivo in Pronto soccorso la donna era già in uno stato comatoso. Dopo aver lottato cinque giorni in rianimazione, lo scorso 15 novembre, Silvia Tecchio è deceduta. Ieri il dottor Antonello Cirnelli, su incarico della Procura di Padova, ha eseguito l’autopsia sulla donna, che dovrà dunque fare luce su quanto accaduto. Secondo l'accusa, infatti, il decesso sarebbe da attribuire ad una sacca d’aria che avrebbe raggiunto il cervello, come emerso anche dalla tac effettuata dopo l'ingresso della 42enne in ospedale. L'ipotesi, dunque, è che durante la seduta di ozonoterapia, il neurochirurgo abbia perforato il midollo della donna, provocando un'infiltrazione d'aria poi risultata fatale. L'autopsia dovrà confermare o smentire questa tesi ma anche verificare se la donna soffrisse di altre patologie o se presentasse un quadro clinico tale da averne accelerato o causato il decesso.
ASIAGO. INVESTITA SULLE STRISCE DA UN SUV: GRAVE DONNA DI 67 ANNI È ricoverata in prognosi riservata nel Reparto di Rianimazione dell’ospedale di Vicenza una donna di 67 anni di Asiago, investita da un Suv verso le 10 di questa mattina mentre attraversava via Cesare Battisti sulle strisce pedonali. A urtarla una Land Rover condotta da una 60enne del posto, che pure procedeva a bassa velocità. L’anziana è stata sbalzata per alcuni metri e ha picchiato la testa sull’asfalto, iniziando a perdere sangue. Il medico del Suem ha chiesto l’intervento dell’elicottero di Treviso Emergenza, che ha trasportato la ferita al San Bortolo. La strada è rimasta chiusa durante le operazioni di soccorso e i rilievi dei carabinieri, che hanno sequestrato la vettura e acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza. SCHIANTO MORTALE IN MOTO, DOMANI I FUNERALI DEL 27ENNE Si terranno domani alle 15.30 nella chiesa di San Francesco i funerali di Cesare Bigolin, il 27enne bassanese morto in seguito a un incidente in sella alla sua moto, la sera di giovedì scorso, a Schio. Il giovane frequentava un corso al Centro Universitario CUOA di Altavilla. Lascia i genitori Francesca e Giacomo e tre fratelli. AUTO COLPITA DA ROTOBALLA FINISCE NEL FOSSATO: DONNA FERITA Un carro agricolo trainato da un trattore si è rovesciato, perdendo una rotoballa di fieno che ha colpito un’auto finita poi in un fossato, lungo via Silvio Pellico, a San Pietro in Gu. Nella paurosa carambola, poco prima delle 11.30, è rimasta ferita la donna al volante della vettura, soccorsa dai vigili del fuoco di Cittadella e dai sanitari del Suem che hanno allertato anche l’eliambulanza.
BASSANO. MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE IN CORO: "VICENZA SBAGLIA" Inopportuna, incomprensibile, frutto degli interessi di una lobby poco attenta al bene del territorio. Aggettivi di fuoco si ripetono nei comunicati con cui maggioranza e opposizioni bassanesi, per una volta unite, etichettano la mozione approvata a Vicenza. Anche il Pd va all’attacco dell’amministrazione del suo stesso colore politico. «Il consiglio comunale - polemizza il segretario dem Luigi Tasca - ha rinchiuso Vicenza nel suo orticello, facendole tradire il ruolo di città leader». Bassano Passione Comune non risparmia però una bacchettata a Elena Pavan, dicendo: «Sull’iter per il nuovo tribunale la sindaca balbetta e rincorre».
BASSANO. PAVAN CONTRO POSSAMAI: "IMPEGNI DISATTESI, TORNIAMO AL MEDIOEVO" Tra Bassano e Vicenza è guerra sul Tribunale della Pedemontana. La mozione approvata dal consiglio comunale è stata giudicata ostile dai sindaci del Bassanese: «L'impegno preso dal sindaco Possamai è stato disatteso», dice Elena Pavan anche a nome dei colleghi del territorio: «Quanto accaduto in questi giorni ci lascia sconcertati, perché si ha l’impressione di essere tornati al Medioevo, quanto a prevalere erano gli interessi corporativistici di bottega. Emerge ancora una volta l’incapacità della politica vicentina di cogliere le esigenze del territorio, considerandolo un mero bacino elettorale di cittadini le cui voci non hanno diritto di essere ascoltate». Possamai non risponde agli attacchi e replica: «Nessuna volontà di andare contro il Tribunale della Pedemontana. Ribadiamo solo l'esigenza che l'organica già carente del tribunale di Vicenza non va toccato».
BASSANO. PIANO ANTENNE, NIENTE STOP: RESIDENTI E MINORANZE SUL PIEDE DI GUERRA Convocare con urgenza la commissione Territorio ed Ambiente. È quanto chiedono con forza le minoranze in consiglio comunale all'indomani della conferma, arrivata direttamente dal sindaco Pavan e dall'assessore all'Ambiente Andrea, Viero che l'antenna per la telefonia di quartiere Merlo verrà realizzata come previsto in via Rosmini e non in un'altra zona del quartiere come invece richiesto dai residenti. Ma le minoranze intendono interrogare l'amministrazione anche su un altro aspetto, specie dopo che i cittadini del quartiere si sono detti rammaricati di quanto comunicato ieri dall'amministrazione e intenzionati a conoscere come siano stati scelti i siti destinati ad ospitare le antenne.
VERONA. I GENITORI DI FILIPPO TURETTA RINUNCIANO A INCONTRARE IL FIGLIO Papà Nicola e mamma Elisabetta hanno rinunciato ad incontrare il figlio Filippo. I genitori del 22enne reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin erano attesi alla casa circondariale di Montorio a Verona. Il via libera del pubblico ministero all’incontro con Filippo era arrivato dopo l’interrogatorio di garanzia. Una rinuncia la loro che sarebbe stata motivata con la necessità di ricorrere ad un aiuto psicologico sia per il figlio che per i genitori. A vedere Filippo in questi giorni oltre al suo legale Giovanni Caruso anche il cappellano del carcere che lancia un appello. PADRE PAOLO CRIVELLI Cappellano carcere di Montorio (da 00.18 l’appello è far scendere…a…00.32 suo corso) Molti i punti che gli inquirenti devono chiarire dalle modalità dell’aggressione alla fuga del giovane. Già alcuni elementi li potrà dare l’autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin prevista venerdì prossimo primo 1° dicembre e particolarmente attesa dal legale della famiglia della ragazza. Bisognerà poi capire se nei prossimi giorni la difesa di Turetta si renderà disponibile per un interrogatorio del giovane davanti ai pm. Filippo che già nelle dichiarazioni spontanee rese al Gip martedì oltre ad ammettere l’uccisione di Giulia si è detto “affranto” e pronto a “pagare” per le sue responsabilità al contempo la linea difensiva punterebbe da un lato ad escludere la premeditazione e dall’altro a verificare eventuali vizi di mente del giovane. In questa fase del procedimento peraltro sembra di difficile ottenimento una perizia psichiatrica per accertare un’eventuale incapacità, anche parziale, di intendere e volere al momento dei fatti. Agli atti non ci sarebbero diagnosi pregresse di problemi mentali e le stesse prime valutazioni psichiatriche in carcere, rendono difficile che tale richiesta possa essere al momento accolta. Ciò non toglie che possa essere avanzata in fase processuale a seguito di consulenze di parte affidate ad esperti anche attraverso incontri con il giovane. “Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera” avrebbe detto Filippo. Se nel processo fosse riconosciuta un’incapacità totale il 21enne verrebbe assolto per la non imputabilità mentre un vizio parziale porterebbe ad uno sconto di pene. Esami e perizie eventuali nelle quali la famiglia Cecchettin, ha ribadito il suo legale, sarà sempre presente con suoi esperti.
CASSOLA. I VESCOVI A CASA DI STEFANO GHELLER, PRONTA UNA LETTERA PER PAPA FRANCESCO È passato appena un mese da quando, lo scorso 25 ottobre, Stefano Gheller, il 50enne di Cassola, primo veneto ad ottenere il consenso al suicidio assistito, aveva invitato i vescovi delle 15 diocesi del triveneto a fargli visita, all'indomani della lettera con cui i prelati avevano definito il fine vita una «pratica inaccettabile». Oggi quell'invito è diventato un incontro: accompagnati dal vescovo emerito Beniamino Pizziol, sono arrivati a Cassola il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, presidente della Conferenza Episcopale Triveneta, il Vescovo di Vicenza Giuliano Brugnotto e il Vescovo di Trieste Enrico Trevisi, delegato per la Commissione della pastorale per la salute. Per oltre un'ora, i vescovi si sono messi in ascolto della sua storia personale confrontandosi sui temi della nota scritta nelle scorse settimane dalla Conferenza episcopale Durante l'incontro Stefano ha condiviso con i vescovi una lettera indirizzata a Papa Francesco. «Santo Padre - scrive - molti ritengono che volendo fare questa scelta io non ami la vita, ma forse io la amo più di tanti altri. Non so se esiste o meno un Dio ma se esiste e mi ha donato la vita ed è un Dio misericordioso potrà capire la mia scelta e non mi giudicherà per questo».
CASSOLA. IL VESCOVO BRUGNOTTO DOPO L'INCONTRO CON GHELLER: "STEFANO DESIDERA LA VIRA" «È stato un incontro significativo ed importante per rispondere ad una richiesta che Stefano Gheller aveva espresso ai vescovi del Triveneto in seguito alla pubblicazione della nota “Suicidio assistito o malati assistiti?”. È una persona che, pur nella condizione di gravissima malattia, desidera la vita. Per questo è ancora più importante continuare sulla linea che già il Vescovo Beniamino aveva iniziato, cioè trovando spazi e tempi per stargli accanto come Chiesa. La vicinanza, soprattutto a chi è nella sofferenza, può essere espressa in tanti modi, ma quand’è possibile, una visita o una telefonata sono preferibili». Il vescovo Giuliano Brugnotto si è espresso così dopo la prima visita nella casa di San Giuseppe di Cassola (VI), dove vive Stefano Gheller. Oltre al Vescovo di Vicenza, nella mattinata del 29 novembre, Stefano ha accolto una piccola rappresentanza della Conferenza Episcopale Triveneta (CET): il patricarca di Venezia e presidente della CET, mons. Francesco Moraglia, il vescovo di Trieste, mons. Enrico Trevisi, delegato per la CET della Pastorale della salute, ed infine il vescovo emerito di Vicenza, mons. Beniamino Pizziol, che più volte ha incontrato Gheller. Lo scorso 13 ottobre, il cinquantenne vicentino affetto da distrofia muscolare è stato autorizzato dall’Ulss 7 Pedemontana, al suicidio assistito. Gheller, che è in carrozzina da quando aveva 15 anni e attaccato al respiratore meccanico ormai da un decennio, ha già visto l’evoluzione della sua stessa malattia in alcuni familiari. Per questo da anni si batte per poter essere autorizzato a decidere liberamente quando porre fine alla propria sofferenza. I vescovi si sono messi in ascolto della sua storia personale per poi sviluppare un dialogo molto cordiale che si è protratto per un’ora, confrontandosi sui temi della nota. Gheller ha riportato anche quanto ha dichiarato nelle varie audizioni con il Consiglio Regionale del Veneto . «Stefano ci ha manifestato il desiderio di incontrare il Papa per consegnargli una lettera», conclude monsignor Brugnotto, augurandosi che sia possibile realizzare anche questa aspirazione di Gheller.
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