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20.03.2023

CERVELLI IN FUGA: ”L’ITALIA NON INVESTE NELLA RICERCA”

Sono molti i laureati che dopo la magistrale decidono di andare all’estero a lavorare. Una perdita per le aziende del territorio e per il paese che ha investito nella loro istruzione.
L’8 per cento dei laureati italiani sceglie di lavorare all’estero. Un fenomeno che neanche la pandemia è riuscita a fermare. Medici, ingegneri, matematici i principali specialisti in fuga dalla penisola. I talenti vanno a lavorare all’estero, un costo annuo stimato nell’1 per cento del pil. Sono molti ...anche i giovani bassanesi che hanno scelto di lavorare all’estero, come Sarah Franceschin laureata all’Università di Padova in ingegneria biomedica che ha scelto il settore della ricerca in Germania.
Le opportunità offerte all’estero sono migliori dal punto di vista della retribuzione e delle prospettive di carriera. A un anno dal titolo di studio conseguito i laureati che migrano all’estero percepiscono il 41 per cento in più di stipendio rispetto a coloro che restano in Italia.
I giovani in fuga dopo la laurea sono una grossa perdita per l’Italia. Sono dei talenti che non vengono impiegati nelle nostre aziende per far crescere il capitale umano. Ma non solo. Per la famiglia e per lo stato portare un ragazzo alla laurea equivale a una spesa di 300mila euro in istruzione e assistenza.

Servizi 20 Marzo 2023

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