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30.09.2022

CASO MERLO. “MIKI POTEVA SALVARSI” “NO, ERA TROPPO TARDI”

C’era anche il dottor Pantaleo Vitaliano, in tribunale a Vicenza, davanti al giudice Nicolò Gianesini che ha discusso con le parti la perizia sulle circostanze della morte di Michele Merlo. Quella del medico di base di Rosà, secondo i superconsulenti Antonello Cirnelli e Valter Bortolussi, fu una condotta «negligente e imprudente»: diede per scontato che l’ematoma alla coscia sinistra del cantante fosse dovuto a uno strappo muscolare, senza disporre ulteriori accertamenti.
Ma se Michele fosse corso in ospedale e avesse ...scoperto subito la malattia, le successive terapie gli avrebbero salvato la vita? La domanda rimane senza risposta. L’avvocato Andrea Biasia, legale del dottor Vitaliano, mette in evidenza come Michele sia stato vittima di una rara leucemia fulminante, che colpisce massimo cento persone all’anno in Italia in forma così aggressiva: non vi è certezza che una diagnosi tempestiva avrebbe scongiurato il drammatico epilogo.
Dall’esistenza o meno del nesso di causa tra l’errata valutazione medica e la morte del 28enne dipendono gli sviluppi giudiziari della vicenda. Il gip ha rimesso gli atti al pubblico ministero: tocca a lui, adesso, decidere se domandare il rinvio a giudizio per omicidio colposo o, viceversa, chiedere di archiviare l’inchiesta. Questione di settimane.

Servizi 30 Settembre 2022

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