05.09.2024
Tre comunità in lutto, Fonte e Maser, dove Filippo Zanin e Francesco Favilli vivevano. E Asolo, il paese dove lavoravano insieme alla Scarpa. I famigliari dei due alpinisti morti ieri nella parete sud della Marmolada sono ritornati alle loro case dopo aver raggiunto Rocca Pietore. La procura ha concesso il nulla osta e le salme dei due rocciatori sono state messe a disposizione delle famiglie. Sabato 7 settembre alle 10 nella chiesa arcipretale di Fonte Alto si terranno i funerali ...di Filippo Zanin, 36 anni. Da poco era andato a vivere a San Zenone degli Ezzelini con la moglie e la figlia di due anni, ma i suoi genitori e i suoi tre fratelli vivono ancora a Fonte ed è qui che si terrà l’ultimo saluto dell’alpinista trevigiano.
I funerali di Francesco Favilli probabilmente non si terranno a Maser dove risiedeva, ma a Pordenone dove era originario o nel veneziano dove vivono i suoi due figli di 8 e 11 anni con la mamma. I due corpi senza vita di Francesco Favilli e Filippo Zanin sono stati trovati dall’elicottero del soccorso alpino sui ghiaioni alla base della parete sud della Marmolada. Da una prima ricostruzione i due alpinisti potrebbero essere caduti in uno dei primi tiri della via Don Chisciotte. Un tratto che solitamente viene affrontato in libera cioè senza alcun ancoraggio alla parete di roccia, con i due alpinisti legati tra di loro.
Sull’imbrago dei due alpinisti non c’era nessun moschettone utilizzato per la sosta, questo fa pensare che Francesco e Filippo stessero risalendo lo zoccolo della Marmolada dove ci sono dei passaggi di secondo, terzo e quarto grado che solitamente vengono affrontati legati uno all’altro, ma senza essere assicurati alla parete. Forse una scarica di sassi potrebbe avere colpito uno dei due alpinisti che nella caduta si sarebbe trascinato giù anche il compagno. Oppure l’ipotesi meno probabile di una scivolata o della perdita della presa di uno dei due. Francesco Favilli e Filippo Zanin erano alpinisti esperti.
Bassano Notizie del 05.09.2024 TG Completo
BASSANO. ULSS 7, 800 PAZIENTI AL MESE DISERTANO LE VISITE E 3700 DISDICONO IN EXTREMIS 800 pazienti al mese non si presentano alle visite prenotate e 3.700 le disdicono in extremis, dopo i termini previsti. Sono i numeri dell'Ulss 7 Pedemontana, che legittimano la scelta della Regione: gli utenti ora sono tenuti a comunicare un'eventuale disdetta con un preavviso non più di due, ma di almeno quattro giorni lavorativi, per permettere all'azienda sanitaria di assegnare ad altri i posti liberi.
BASSANO. "VENERDI' STORIA" COMMEMORA L'ANNIVERSARIO DELL'ECCIDIO Riprende il ciclo "Venerdì Storia. Incontri sul filo della memoria", una serie di appuntamenti dedicati agli eventi più significativi che hanno segnato la storia del Novecento, in programma alle ore 17.30 in sala Chilesotti al museo civico di Bassano. L'edizione 2024 dedica tre incontri all'Eccidio del Grappa in occasione dell'ottantesimo anniversario e un evento in ricordo dello storico Giamberto Petoello, recentemente scomparso. L'iniziativa è promossa dalla Biblioteca Civica di Bassano in collaborazione con le associazioni Anpi, Avl, 26 Settembre, Istrevi, Acli e Ana.
MARMOLADA. "INCREDULI PER LA TRAGEDIA MA IN MONTAGNA IL RISCHIO ZERO NON ESISTE" «La tragedia dei due alpinisti precipitati sulla Via Don Chisciotte in Marmolada lascia increduli ma purtroppo è l'ennesima conferma che il rischio zero in montagna non esiste». Parla Mario Brunello, vice capo delegazione del soccorso alpino.
BASSANO. ESAMI E VISITE SANITARIE, DISDETTE QUATTRO GIORNI PRIMA O SI PAGA TUTTO Prenotano visite ed esami e poi non si presentano o annullano l’appuntamento in extremis. Nelle strutture sanitarie pubbliche del Veneto succede in media oltre 15 mila volte al mese. Buchi che inghiottono le liste d’attese, contribuendo a dilatarle. Per questo, dal primo settembre la Regione ha cambiato le regole: le disdette vanno comunicate con un preavviso non più di due, ma almeno di quattro giorni lavorativi. Altrimenti, la prestazione che salta va comunque pagata per intero, salvo giusta causa documentata. La regola si applica alle nuove prenotazioni, non a quelle effettuate fino al 31 agosto. Sindacati dei pensionati e associazioni dei consumatori non l’hanno presa bene, ma liberare i posti con sufficiente anticipo significa permettere all’azienda sanitaria di riassegnarli in tempo ad altri utenti in attesa. Per evitare le mancate disdette, l’Ulss 7 già inviava un sms di remind cinque giorni prima.
ASIAGO. I BLONDE BROTHERS "RAMBO" GALANTI PER MISS PROVINCIA Nei loro brani cantano la vita e la bellezza, e la musica dei Blonde Brothers, non a caso, contribuirà a fare da colonna sonora all’edizione 2024 di Miss Provincia di Vicenza, venerdì, in Villa Cordellina Lombardi. Spesso ospiti di trasmissioni e rassegne nazionali, Luca e Francesco Baù, i fratelli cantautori di Sasso di Asiago, porteranno uno dei loro ultimi successi sul palco dell’evento promosso da TvA, che manderà poi in onda martedì 10 settembre la serata frutto del connubio con la Provincia, il Giornale di Vicenza e il comune di Montecchio Maggiore.
MARMOLADA. TRE COMUNI IN LUTTO PER GLI ALPINISTI, SABATO A FONTE L'ADDIO A FILIPPO Tre comunità in lutto, Fonte e Maser, dove Filippo Zanin e Francesco Favilli vivevano. E Asolo, il paese dove lavoravano insieme alla Scarpa. I famigliari dei due alpinisti morti ieri nella parete sud della Marmolada sono ritornati alle loro case dopo aver raggiunto Rocca Pietore. La procura ha concesso il nulla osta e le salme dei due rocciatori sono state messe a disposizione delle famiglie. Sabato 7 settembre alle 10 nella chiesa arcipretale di Fonte Alto si terranno i funerali di Filippo Zanin, 36 anni. Da poco era andato a vivere a San Zenone degli Ezzelini con la moglie e la figlia di due anni, ma i suoi genitori e i suoi tre fratelli vivono ancora a Fonte ed è qui che si terrà l’ultimo saluto dell’alpinista trevigiano. I funerali di Francesco Favilli probabilmente non si terranno a Maser dove risiedeva, ma a Pordenone dove era originario o nel veneziano dove vivono i suoi due figli di 8 e 11 anni con la mamma. I due corpi senza vita di Francesco Favilli e Filippo Zanin sono stati trovati dall’elicottero del soccorso alpino sui ghiaioni alla base della parete sud della Marmolada. Da una prima ricostruzione i due alpinisti potrebbero essere caduti in uno dei primi tiri della via Don Chisciotte. Un tratto che solitamente viene affrontato in libera cioè senza alcun ancoraggio alla parete di roccia, con i due alpinisti legati tra di loro. Sull’imbrago dei due alpinisti non c’era nessun moschettone utilizzato per la sosta, questo fa pensare che Francesco e Filippo stessero risalendo lo zoccolo della Marmolada dove ci sono dei passaggi di secondo, terzo e quarto grado che solitamente vengono affrontati legati uno all’altro, ma senza essere assicurati alla parete. Forse una scarica di sassi potrebbe avere colpito uno dei due alpinisti che nella caduta si sarebbe trascinato giù anche il compagno. Oppure l’ipotesi meno probabile di una scivolata o della perdita della presa di uno dei due. Francesco Favilli e Filippo Zanin erano alpinisti esperti.
NOVE. CERAMICA E ORO AL MUSEO DEL GIOIELLO PER L'ANTEPRIMA DELLA FESTA La Festa della Ceramica di Nove e Portoni Aperti 2024 ha preso il via mercoledì 4 settembre con l’anteprima al museo del gioiello di Vicenza. Sono in mostra 27 creazioni uniche della collezione della Fiera di Vicenza che tra il 1949 e il 1975 furono premiate in occasione dei concorsi organizzati nell’ambito della fiera campionaria che si teneva nel capoluogo. Importante vetrina per l’artigianato locale e per l’industria, la Fiera di Vicenza ebbe un ruolo cruciale nel promuovere la ceramica vicentina a livello nazionale e internazionale, attirando anche artisti di fama mondiale.
BASSANO. "SCUDI VERDI" PER LA PEDEMONTANA, QUARTIERE PRE' CHIEDE GLI ALBERI PROMESSI Alberi, siepi, arbusti bassi per ridurre il rumore della superstrada pedemontana Veneta. Essenze che dovevano essere piantumate nel Parco delle Rogge a nord di quartiere Prè. Nel 2013 quando è stato presentato il progetto esecutivo della superstrada era stato chiarito che a livello di mitigazioni ambientali e paesaggistiche sarebbero state fatte delle piantumazioni importanti sia lungo il Brenta che nel parco. Questo però non è ancora avvenuto. Un modo per mitigare l’impatto di una superstrada che di fatto ha tagliato in due il territorio. Questo chiedono i residenti e l’appello del presidente di Quartiere Prè non è rivolto a Sis, la concessionaria della Pedemontana, ma alla Regione. Non sono stati rispettati i patti e il progetto, spiega Piovesan. E il presidente con ironia polemizza sulla Pedemontana.
MALTEMPO. PIOGGIA DI FULMINI SUL BASSANESE, MAROSTICA DI NUOVO IN ANSIA Una pioggia di fulmini sul Bassanese. Lampi, tuoni e un cielo livido che ha fatto temere il peggio, soprattutto tra Marostica e Pianezze, l’area più a rischio anche sul fronte idrogeologico nel giorno di allerta rossa per i forti temporali. A farne le spese, una palma colpita in pieno da un saetta in via Gobbe. A Marostica due le squadre di protezione civile che hanno monitorato il territorio fin dalla prima mattina. Sotto stretta sorveglianza le frane che minacciano le aree collinari.
L'APPELLO. IL VESCOVO: "PFAS, ARIA INQUINATA, CLIMA: UN AMBIENTE FERITO" Il clima che cambia, l’ambiente ferito, l’aria malata. Il vescovo di Vicenza Giuliano Brugnotto interviene su un tema cruciale per il nostro quotidiano e per le sorti dell’umanità.
MARMOLADA. BELLEZZA E LIBERTA', LA MONTAGNA FATALE L’immagine simbolo di libertà e armonia. Una delle albe più belle mai viste sulla vetta della Marmolada. La Regina delle Dolomiti se ne sta lì, imperterrita, di fronte all’ennesima tragedia. C’è chi parla di “Maledizione della Marmolada”, dopo la strage del 2022, le undici vittime, otto veneti. Chi sostiene si tratti di fatalità. Chi punta il dito contro l’uomo che sfida la natura a tutti i costi. La conquista della vetta regala emozioni indescrivibili, ma non guarda in faccia nessuno: volti, storie, famiglie. CARLO BUDEL Gestore rifugio Capanna Punta Penia TIME BUDEL 1 00.20 per la mia idea fa parte della montagna...00.37 possibilità Filippo Zanin e Francesco Favilla solo le ultime di una lunga serie di croci tra quelle rocce che tutto dominano. Sono già venti i morti da giugno ad oggi tra le montagne del Bellunese, ottocento missioni di elisoccorso dall’inizio dell’anno: un primato di sette interventi al giorno ad agosto. Il ghiacciaio, il grande malato del cambiamento climatico, ma il più ambito dagli scalatori. Era un’estate bollente, quella del 3 luglio del 2022: il seracco si staccò: una massa di ghiaccio di 64 mila metri cubi, pari a tre enormi palazzi, colata a una velocità di 300 chilometri orari. Travolse tutto, compresa la cordata di alpinisti. è di un anno fa l’ultima vittima prima dei due trevigiani: un alpinista ceko di 40 anni scivolato per 300 metri sul ghiacciaio. Una ragazza romena nel 2021 è precipitata in un crepaccio, dopo che il ponte di neve cedette sotto i suoi piedi. Valutazioni sbagliate, l’errore umano, la casualità: ad agosto del 2017 un fulmine colpisce un escursionista di Cervia lungo la ferrata. Un temporale nel 2015 sorprende una cordata, non lasciando scampo ad un 42enne di Oderzo. Ma si può morire anche in un semplice sentiero. Com’è capitato ad un 76enne di Ravenna precipitato nel vuoto per duecento metri davanti agli occhi del figlio. Stava raggiungendo Passo Fedaia, ai piedi della Regina. Carlo che vive sul rifugio più alto della Marmolada ne ha visti passare tanti. Difende la sua montagna.
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